Di dimensioni maggiori rispetto ad altre cappelle campestri, la chiesetta intitolata all’arcangelo Michele risale quantomeno alla prima metà del Trecento, allorché fu eretta – o forse ricostruita – in ciottoli di fiume quale baluardo votivo contro le esondazioni del Torre, un tempo in grado di raggiungere Aquileia.
Trivignano, Chiesetta di San Michele “in Selda”
Accessibile dal semplicissimo portale a tutto sesto che si apre – fiancheggiato da due finestrelle chiuse da inferriate in ferro battuto – sull’asimmetrica facciata sovrastata dalla monofora campanaria, presenta all’interno (privo di qualsiasi affresco o altro decoro pittorico, eccezion fatta per alcune croci di dedicazione ridipinte) un’ampia navata rettangolare con travatura a vista, illuminata da due lunettoni con grate e conclusa dall’abside addossata, semicircolare e rialzata, prova indiretta di più fasi successive d’ingrandimento del luogo di culto originario. Sotto un arco trionfale contrassegnato da chiave di volta e doppio capitello è racchiuso l’altar maggiore cinquecentesco con mensa lapidea, sul quale risalta la ben più recente pala raffigurante il “guerriero celeste” a cavallo (meno tardo è il ligneo altarolo laterale dipinto a finti marmi). Sottoposta a restauro nel 1982 – riatto del sagrato, della pavimentazione e delle coperture, più intonacatura generale – custodisce una notevole acquasantiera lapidea del Cinquecento e presenta interessanti coronamenti del tetto, in pietra all’esterno del catino absidale e per il resto in laterizi disposti a dente di lupo. Molto interessante è anche il microtoponimo Selda, a proposito del quale sono state avanzate svariate ipotesi senza finora giungere a una conclusione convincente.
Testo di Gabriele Caiazza